Il contesto
Ogni giorno, da anni, arrivano nella Parrocchia S. Gaspare Del Bufalo di Roma persone che hanno vissuto e/o vivono in condizioni estreme di povertà, ma anche e soprattutto di assenza di vere relazioni. Molte di queste persone si sono trovate per strada in seguito al rifiuto da parte della Società, al fallimento di un progetto lavorativo o familiare. Emerge in molti una grave, aggressiva solitudine e sfiducia nella Società e, ancor peggio, nella vita e in se stesse. Molte persone (anche italiane) sfogano questa rabbia e questo buco interiore, lasciandosi divorare da vizi come l’alcol, il fumo, il gioco d’azzardo. Questo vivere alla giornata tende a svuotare le persone dalla capacità di progettare per se stessi, per la propria famiglia.
Il Rapporto 2018 “Povertà in attesa” di Caritas Italiana su povertà e politiche di contrasto (diciassettesimo Rapporto sulla povertà e quinto Rapporto sulle politiche di contrasto) ha dato particolare attenzione al tema della povertà educativa, un fenomeno principalmente ereditario nel nostro Paese, che a sua volta favorisce la trasmissione intergenerazionale della povertà economica.
I dati nazionali dei Centri di Ascolto Caritas, oltre a confermare una forte correlazione tra livelli di istruzione e povertà economica, dimostrano anche un’associazione tra livelli di istruzione e cronicità della povertà. Si tratta di un “esercito di poveri” in attesa, che non sembra trovare risposte e le cui storie si connotano per un’allarmante cronicizzazione e multidimensionalità dei bisogni.
Pertanto, è nata l’esigenza di progettare accoglienza delle povertà estreme, delle fragilità esistenziali, delle disabilità più discriminate (quali il disagio psichiatrico) e della diversità etnica, offrendo – oltre il cibo e il vestiario, come da anni si fa nella Parrocchia S. Gaspare – opportunità per strutturare un concreto e reale “progetto di vita”, che coniughi al bisogno primario di sopravvivenza anche i sogni e i desideri tipici dell’età e del genere.